Uno spazio dedicato a chi cerca ispirazione tra mostre d’arte, musei, architetture, librerie indipendenti e itinerari di design.
Qui trovi guide e articoli che uniscono racconto culturale ed esperienze di viaggio, pensati per chi vuole vivere le città in modo diverso: non solo luoghi turistici, ma tappe che arricchiscono davvero l’immaginario visivo.
Escher a Milano è un successo. Ma tra installazioni virali e selfie, quanto resta dell'arte? Una riflessione critica sull'esperienza al MUDEC e la "giostra" dei social.
A Castiglione delle Stiviere, Mutty non è solo la Mecca delle riviste indipendenti. È il luogo dove i grandi possono finalmente mollare i freni. E scoprire che un brutto scarabocchio è la cosa più liberatoria che esista.
Vivian Maier non è stata una fotografa per la fama. È stata una tata che, segretamente, ha scattato oltre 150.000 foto e le ha nascoste in valigie. Questa è la sua firma, il suo gesto di genio più grande: l'assoluta volontà di sparire.
La goffaggine e l'ironia come arma segreta. Un omaggio all'unica donna che ha vestito il suo cervello con un gilet da uomo.
A Parma in un solo giorno si può passare dall’arte internazionale al panino più famoso della città, da una libreria che sembra uscita da un film francese fino a un polo creativo che guarda al futuro. Ecco le mie tappe in 24 ore, perfette per chi cerca ispirazioni visive e culturali oltre il solito itinerario turistico.
A Firenze in 48 ore puoi trovarti a discutere di riviste indipendenti alle Murate, a perderti tra i progetti visionari di Gae Aulenti o davanti a un’installazione che cresce come una rosa dal cemento. È la magia della città: tenere insieme la classicità dei suoi palazzi e l’energia sempre nuova di chi li abita.
Hai presente quel momento in cui entri in uno spazio minuscolo e istantaneamente ti senti immersa in un sogno architettonico? Benvenuta nel Negozio Olivetti di Venezia, un gioiello di design nascosto sotto le Procuratie Vecchie, che più che un negozio è un manifesto in pietra, vetro e legno, frutto dell’incontro tra Adriano Olivetti e Carlo Scarpa.
C’è un momento in cui ti rendi conto che quello che chiami “grafica” non è solo un bel font o un colore azzeccato, ma un linguaggio. A Milano, all’ADI Design Museum, quella rivelazione ha un nome e un cognome: Giancarlo Iliprandi.
Entrare al Palazzo Reale di Milano in occasione della mostra di Valerio Berruti non è come varcare le porte di una semplice esposizione d’arte contemporanea. È piuttosto un viaggio che ti ribalta, ti costringe a cambiare prospettiva, a fermarti davanti a domande scomode e necessarie.
C’è un momento in cui ci si accorge che alcuni oggetti hanno cambiato il modo in cui guardiamo il mondo. Per me, è stato scoprire la storia di Adriano Olivetti e dei suoi progetti: dalle macchine da scrivere Lettera 22 e Valentine, al Programma 101, primo personal computer, fino alle biblioteche che concepiva come luoghi di crescita culturale e sociale.